giovedì 12 maggio 2011

La corsa, alla fine, è sempre e solo con me stesso.


Quando in allenamento si tengono certi ritmi e in gara invece si fatica, la causa è spesso dovuta ad un approccio psicologico scorretto; eccessive tensioni, ansia da prestazione, il timore di non centrare l’obiettivo, ecc… A me capita da anni di correre e di avere dinanzi a me sempre gli stessi corridori; sono naturalmente più bravi e, per quanto mi possa allenare, loro avranno sempre una marcia in più, perché semplicemente più forti di me e dotati di un maggior talento per la corsa. Ora vivo questa situazione con la massima serenità, anche se a dire il vero, quando ero alle mie prime gare, il non riuscire a batterli mi infastidiva e non poco…

Non opto mai per la Gara più “facile”, mi piace invece misurarmi con atleti più forti di me poiché avverto maggiori stimoli agonistici e grazie a queste competizioni sono spesso in grado di migliorarmi.
Quando oggi gareggio lo faccio prevalentemente ascoltando le sensazioni del momento ricercando per quella specifica gara, su quello specifico percorso, con quelle specifiche condizioni ambientali, la mia migliore prestazione; sono consapevole che non è possibile fare sempre il tempo e che i miei amici più forti saranno sempre un passo (a volte anche due…) dinanzi a me, ma rimango sempre sereno e determinato. La corsa, alla fine, è sempre e solo con me stesso. E poi...anche ai più forti può capitare una giornata "NO"...ed è bello esser lì per approfittarne…



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