Gli anni passano e a ricordarmelo sono i capelli in testa, sempre meno, e le rughettine in volto, sempre di più.
Quando ero poco più di un ragazzino, giocavo a calcio nella squadra del mio paese ed ho un ricordo ben preciso di quel periodo. Ero un giovane che credeva molto nel lavoro e che in allenamento dava sempre qualcosa in più degli altri, non si risparmiava mai e correva come un razzo. Nonostante queste mie qualità, ogni domenica mattina, il mister faceva le sue scelte e decideva che squadra mettere in campo ed io, puntualmente, finivo per accomodarmi in panchina. Al mio posto scendevano in campo altri compagni, che non valevano per niente più di me, anzi… erano tecnicamente modesti e senza quella voglia di correre e di lottare, che invece a me non facevano certo difetto.
Giocavano titolari semplicemente perché i loro genitori avevano una “certa influenza” sull’allenatore e quest’ultimo non poteva fare altrimenti, il rischio per lui era "troppo grosso"...
Di fronte a queste ingiustizie non feci mai una piega, conoscevo bene le mie qualità e sapevo che un giorno, presto o tardi, avrei avuto la mia occasione per dimostrare tutto il mio valore.
Oggi di anni ne sono passati davvero tanti da allora e mi capita spesso di correre per le strade del mio vecchio paese e rivedere in giro i miei “vecchi” compagni di squadra, quelli che senza merito scendevano in campo a giocare al posto mio.
Li vedo spesso la domenica, verso mezzogiorno, fuori da un bar, gonfi di alcool e annoiati mentre “grattano” il loro ennesimo biglietto della fortuna.
Sto preparando la mia 23^ Maratona.
2 commenti:
Bravo Andrea, mi fai sentire orgoglioso di essere runner...anche se vado molto meno di te.
Gian Luca Urbani
Bravo coach, sono soddisfazioni. Magari piccole, ma soddisfazioni.
Gianni Colombo
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